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Lettera di dimissioni: cosa c’è da sapere

Attraverso la lettera di dimissioni volontaria, il dipendente informa il proprio datore di recedere dal contratto di lavoro. Leggi qui per scoprire come redigerla, a chi consegnarla e quando.

In una lettera di dimissioni non devono mai mancare:

  • L’intestatario, cioè la persona o l’azienda a cui è rivolta la lettera.
  • La data di consegna, che sarà fondamentale soprattutto nel caso in cui tu voglia dare il preavviso.
  • La tua firma leggibile.
  • La chiusura ‘per ricevuta’. La ricezione della tua lettera dovrà cioè essere confermata, ad esempio tramite l’invio via posta raccomandata A/R o a mano.

Meglio scriverla al computer e consegnarla (o farla recapitare) al direttore Risorse Umane oppure al titolare. Dal 12 marzo 2016, la lettera di dimissioni potrà essere inviata anche per via telematica, tramite posta elettronica certificata o seguendo la procedura online indicata dal Governo.

Ricordati di segnalare, in maniera chiara, quale sarà il tuo ultimo giorno di lavoro, e di stampare la lettera di dimissioni in duplice copia: una da consegnare/inviare, una da conservare nei tuoi archivi.

Una lettera di dimissioni è definita ‘bonaria’ quando il lavoratore dimissionario rispetta il termine di preavviso previsto dal contratto lavorativo. Generalmente si tratta di 15 giorni, ma in alcuni casi, questo periodo può toccare il mese. La lettera di dimissioni andrà consegnata dunque 2/3 giorni prima.

Il periodo di preavviso serve al datore di lavoro per trovare un sostituto, che sarà in grado di prendere il tuo posto quando te ne sarai andato. In questo modo, non verrà decurtato dal tuo stipendio il corrispettivo, ritenuto consono dall’azienda, dovuto al mancato preavviso.

In ogni caso ferie, permessi, TFR e tredicesima ti dovranno essere pagati dal datore di lavoro, nell’ultima busta paga. Egli avrà però diritto a trattenerne il massimo.

In caso di dimissioni bonarie, potrebbe essere buona norma parlare in anticipo, con il proprio responsabile, dell’intenzione di dimettersi. I motivi sono infatti molteplici: questo cambia il tipo di lettera che bisognerà scrivere.

Se ad esempio ci si vuole dimettere per giusta causa, perché si è soggetti a vessazioni sul posto di lavoro o perché da qualche tempo non si riceve lo stipendio, bisognerà dichiararlo chiaramente.

Inoltre la lettera di dimissioni andrà convalidata da:

  • Direzione del Lavoro competente
  • Relativo Centro per l’impiego
  • Sedi previste dal proprio CCNL
  • Ministero del Lavoro (Unilav)

Se entro i 7 giorni previsti dalla legge il lavoratore non conferma o non ritira le sue dimissioni, il contratto si ritiene risolto.

Fatta eccezione per le dimissioni in caso di gravidanza, dove bisognerà attendere la convalida da parte del servizio ispettivo del Ministero del lavoro di competenza territoriale. Questa lettera può essere prodotta anche da un lavoratore/lavoratrice entro 3 anni dalla nascita (o dall’affidamento) di un minore.

Si avrà diritto ad un’indennità di disoccupazione. Stesso discorso per chi invia una lettera di dimissioni per giusta causa ma non per quelle volontarie o inviate durante il periodo di prova.

In questo caso le dimissioni possono avvenire da entrambe le parti, senza preavviso e senza decurtamenti, mentre i contratti a tempo determinato non danno diritto a dimissione.