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“L’abito fa il …manager”

L’abito non fa il monaco? E invece no: è proprio l’abito a fare il monaco in questa società occidentale fatta di rapidità, di impatto, di prime impressioni.

Perché, bisogna ammetterlo, chi ci guarda vede innanzitutto i nostri abiti. Ne è un esempio palese il modo in cui indichiamo una persona di cui non conosciamo il nome:”Lo vedi quel signore seduto là, quello con la giacca blu e la cravatta rossa?”. I nostri abiti parlano di noi, perché siamo noi ad averli scelti. Se, da un lato, vestirsi non vuol dire altro che coprire il proprio corpo con degli indumenti, dall’altro lato entra sempre il gioco il sapersi vestire.

Con sapersi vestire si intende al capacità di scegliere degli abiti coerenti con la nostra immagine, con l’idea di noi che vogliamo trasmettere agli altri e con l’occasione per la quale scegliamo dei determinati abiti. Quando si parla di lavoro l’abito si fa ancora più importante. Basta portare come esempio un colloquio di lavoro: è innegabile che in un occasione del genere venga valutata la capacità del candidato di scegliere degli abiti adatti al ruolo che vuole ricoprire. Se, ad esempio, un aspirante manager si presenta a un colloquio con dei jeans e una maglietta al momento di decidere se assumerlo o no l’agenzia di assunzione valuterà con una nota negativa la sua incapacità di vestire degli abiti adatti alla situazione.

Maria Pia Bobbini, psicanalista, ha scritto un libro dal titolo “L’abito fa il personaggio”, nel quale spiega come nella scelta degli abiti si rivelino molti tratti della nostra personalità. Vi è, ad esempio, una correlazione tra i colori che scegliamo e il nostro carattere: il rosso si lega a una personalità più passionale, il blu denota calma e serenità. I nostri abiti parlano di noi, sta a noi decidere se usare questo livello di comunicazione a nostro vantaggio. Un manager deve essere in grado di gestire questa coerenza necessaria che lega il suo abbigliamento alla posizione a cui ambisce.

Dato che ci presentiamo prima di tutto con gli abiti è necessario che vi sia una puntigliosa attenzione al dettaglio: vestiti poco puliti e non stirati, ad esempio, suggeriscono che la persona che li porta non presta troppa attenzione a ciò che indossa. Ma chi assumerebbe una persona che non sa nemmeno prendersi cura della sua immagine? Come può un manager che non sa “vendere” la propria immagine gestire nel modo giusto l’immagine dell’azienda? L’aspetto curato, quindi, deve essere una norma per il manager. La scelta dell’abito è altrettanto importante. Non tutti nasciamo con un gusto sopraffino e per molti è difficile intuire quali accostamenti di colori creano un insieme armonioso e quali, invece, fanno a pugni tra loro. Questo non deve essere un problema, perché un manager si può ispirare dai personaggi di spicco del suo ambiente per imitare, almeno finché non impara le comuni leggi del gusto, l’abbigliamento degli altri. È sufficiente guardare le apparizioni televisive di manager famosi o informarsi leggendo delle apposite riviste. Un altro consiglio è quello di farsi aiutare dai commessi dei negozi.

Questo, ovviamente, solo dopo avere scelto i negozi “giusti”, di solito non più di tre o quattro in ogni città, ovvero i negozi dove si vestono le élite del mondo aziendale e manageriale. I commessi di questi negozi saranno in grado di consigliare al manager quali sono i parametri classici degli abiti legati alla sua professione e, in base alle diverse armonie che legano colori, forme e stoffe, ognuno potrà scegliere la soluzione più vicina alla sua personalità. Si può osare, infatti, ma solo se lo si fa con gusto e in modo coerente con l’immagine di sé che si vuole trasmettere. Un manager di successo e sicuro di sé può portare una cravatta di un colore molto acceso o un abito dalle forme particolarmente morbide, ma questo senza mai uscire dai parametri del gusto comune. Essere “speciali” anche nell’abbigliamento è, infatti, un segno di classe. Pietro Barilla, ad esempio, faceva confezionare le sue cravatte a Napoli e si assicurava sempre che i tessuti da lui scelti non venissero usati per le cravatte di nessun altro.

L’abbigliamento del manager deve, infine, dare l’idea di eleganza. La persona elegante, infatti, è una persona in grado di cogliere i suggerimenti della moda e del gusto per creare un guardaroba adatto a sé e in continuo aggiornamento. In base all’occasione, alla posizione lavorativa e all’età l’abito si deve trasformare così come chi lo indossa subisce dei cambiamenti nel modo in cui comunica sé stesso all’interno di situazioni diverse.

È importante, quindi, prestare molta attenzione a quello che indossiamo, perché chi ci guarda non vede solo l’abito, ma vede anche la scelta che noi abbiamo fatto prima di indossare quell’abito.